Nota biografica
Nato a Sant’Angelo in Vado, (Pesaro e Urbino) il 1932. E’ una delle figure primarie della scultura europea del dopoguerra; ceramista di formazione, è scultore ma anche pittore e incisore. Dopo gli studi iniziati presso la scuola d’arte per la decorazione ceramica a Pesaro, sotto la guida di Angelo Biancini si iscrive all’Istituto d’arte di Faenza che frequenterà fino al 1953.
Già nel 1952 inizia a collaborare con la bottega di Bruno Baratti a Pesaro conseguendo subito importanti riconoscimenti (vince il concorso provinciale di ceramica Città di Pesaro). Si diploma nel 1953 e subito dopo inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove frequenta i corsi di Pompilio Mandelli, Virgilio Guidi e Giorgio Morandi. A metà degli anni cinquanta esegue le prime terrecotte ingobbiate e graffite, sperimentando materiali come carta, catrame, sabbie ed esegue lavori utilizzando i laterizi. E’ in questi anni che inizia ad impiegare il grès. Nel 1955 vince una borsa di studio a Parigi dove entra in contatto con esponenti del gruppo CoBrA. Conosce i lavori di Wols, Burri, Julius Bissier e Germane Richier. Nel 1956 si sposa con Tina Terenzi. Lascia spesso Pesaro per Roma dove incontra Gastone Novelli, Emilio Villa e Gino Marotta. A Bologna vive ancora il clima dell’Accademia, ma è forte il richiamo di Milano dove conosce i fratelli Pomodoro, Lucio Fontana, Roberto Sanesi ed Ettore Sottsass. Sempre nel 1956, a ventiquattro anni, vince il Premio Faenza al XIV Concorso di Faenza e il 1° Premio alla Mostra Nazionale di Ceramica di Vicenza.
Nel 1957 si trasferisce a Milano, partecipa alla Triennale di Milano e nel 1958 grazie all’interessamento di Fontana espone alla Galleria dell’Ariete di Milano, con Albert Diatò, disegni e terrecotte greificate. Alla fine degli anni cinquanta, contemporaneamente a una crisi nella produzione pittorica, che proseguirà comunque sempre con grande tenacia (scriverà in seguito: “disegnavo tutti i giorni, pur senza voler mostrare i miei lavori”), inizia una collaborazione con Luigi Massoni per una produzione seriale (serie natura).
Negli anni 60 tiene diverse mostre personali (Galleria del Giorno, Milano; Salone Annunciata, Milano; Galleria Segnapassi, Pesaro; etc.) e partecipa a numerose esposizioni d’arte nazionali ed internazionali (Triennale di Milano; Mostra internazionale di Ostenda; Syracuse Museum di New York “XX Ceramic International”; “Keramik+Email aus italien”, Norimberga; “International Exhibition of Contemporary Ceramic Art”, Tokyo; etc).
Con Lucio Fontana realizza la tomba Famiglia Melandri al cimitero di Faenza. Sono gli anni dell’intenso e vitale sodalizio con Tancredi interrotto bruscamente dalla scomparsa dell’amico nel 1965. Nel 1967 espone al Salone Annunciata di Milano e l’anno successivo vive il clima della contestazione partecipando attivamente alle agitazioni politiche. Nel 1969 inizia l’attività di insegnamento prima a Cantù dove conosce Giorgio Soro e Giuliano Vangi, poi all’Istituto Statale di Monza dove insegna fino alla morte.
Nei primi anni settanta riprende alcuni vecchi progetti e astrazioni formali, lavorando con cartapesta, cera, cartone, sabbia, cemento, garza, legno e terracotta. Con materiali diversi percorre ed esplora forme e temi nuovi senza schemi precostituiti. Sono gli anni delle “Garze“, delle “Sfere”, delle “Nascite”, e delle “Impronte”, e di quello che lo stesso Valentini considera l’avvio di una nuova stagione artistica. Numerose sono le partecipazioni a mostre collettive in Italia e all’estero con riconoscimenti ai concorsi di Faenza nel 1975 e 1977, al Musée des arts decoratifs di Losanna nel 1976. Tra le mostre personali significativa quella della Galleria Milano (Milano), dove presenta oltre ai lavori di scultura le “garze azzurre” o tele trasparenti.
Negli anni seguenti si susseguono esposizioni personali dove utilizza pressoché esclusivamente la terracotta trattata con ossidi e minerali segnando fortemente il materiale di carichi simbolici. Così presenta i suoi lavori: “La terra, l’aria, l’acqua, il fuoco”, “Un ombelico per Empedocle”, “Una materia per Pitagora”, “Terranumero, terra-bagnato”, “Per Alessio….”, “Il vaso e il polipo”, “Il volto di Endimione e i 28 volti di Selene”, “L’ombra di Peter Schlemihl”, “Le case”, “L’inno della perla”, “Il don Chisciotte dove si racconta…”, “L’Angelo e Dioniso” “La casa di Hestia”, “L’Annunciazione”, “Deriva”, “Dialogo”, “Il passaggio dell’Angelo”. Nel 1982, su invito di L. Caramel espone alla Biennale di Venezia. Nel 1984 al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Dopo la sua morte mostre personali e pubblicazioni si susseguono in Italia e all’estero.
Muore a Vimercate (MB) il 5 Dicembre 1985