Dattiloscritto probabilmente utilizzato per il comunicato stampa della mostra personale alla “Galleria Milano”, Milano, 1976.
Questo lavoro è il risultato di una ricerca che ha per oggetto lo spessore dello sguardo.
Questo spessore è inteso come fenomeno percettivo e come storia di un’attenzione.
La tela dipinta diventa trasparente e non avendo altro perimetro che il proprio assume la qualità di una porzione di filtro.
Anche se i lavori volutamente rifuggono dal fondare un’immagine, il filtro diventa una lamina (dal fenomeno delle lamine per interferenza di luce).
Anche il colore monocromo riprende il dato della “diffusione” e “dispersione” del raggio luminoso. Le figure sono delle accettazioni di archetipi visivi. I materiali usati: la tela di canapa (di sacco), la corda, il fil di ferro e i ble, resine epossidiche, tempera, pigmenti e carta.