Mazzoli Sacerdote in Pesaro

L’artista non muore
in “Il Nuovo Amico”, 7 dicembre 1985, settimanale interdiocesano Regione Marche

Ebbi modo di incontrare Nanni Valentini nel lontano 1962, in occasione della Rassegna a Soggetto religioso di Sala Laurana di Palazzo Ducale a Pesaro, nella quale era presente, suo malgrado, con un olio che raffigurava una scena evangelica.
Gallucci affermava allora: “diventerà un grande pittore”; Bruno Baratti …”il migliore di quelli che sono passati nella mia bottega”, e mi presentava un vaso tradizionale in cui Valentini si sbizzarriva nelle virtù disegnative.
Pittore, disegnatore, scultore: il suo genio eccentrico aveva molte strade aperte per il suo itinerario; scelse la più rischiosa e la meno pura, quella della ceramica. Inoltre Valentini aveva la capacità di assorbire e riconvertire l’avventura dell’arte, passata e contemporanea ma sentiva profondamente il suo tempo.
Stava preparando a Milano una mostra “Arte primigenia” con un ritorno all’informale ove vi sono i segni premonitori di nuove tendenze. Ma anche uomo di cultura, nel senso che si rendeva conto dei motivi, del significato e del valore della sua esperienza artistica.
Sposò la creta: con lei instaurò un rapporto non statico bensì dinamico, direi, al di là della sregolatezza del genio, di carattere classico, “ilomorfico”, vissuto in reciproca seduzione, donde la libertà, l’ambiguità, la chiarezza e il mistero delle sue creazioni, oscillanti fra luce e oscurità.
“Ho scelto la materia come poetica e soprattutto identificandola con la terra …. come un partner che mi risponda con i segni suoi”.
Con Valentini scompare uno dei più rappresentativi scultori della seconda metà del 1900.

don Raffaele Mazzoli
(sacerdote e pubblicista)

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