Recuperando segni…

Dattiloscritto di datazione incerta, riferibile agli anni 1980–1982, inedito in vita, pubblicato per la prima volta nel catalogo della mostra Nanni Valentini opere 1982-1985, Galleria Civica, Modena, 1987.

Recuperando segni da me lasciati incompiuti, ho cercato, negli strati dei materiali (quelli a cui l’arte ha assegnato un luogo) quale fosse il sortilegio che fa attendere i simulacri (l’ambiente dai muri di cera e piume è disabitato).

Esposi a Cadorago nel 1975 un “paesaggio” d’argilla. Argilla stesa su un terreno, prelevata per essere cotta e riappoggiata poi nello stesso luogo.
L’orizzonte di questo paesaggio non era circolare (esistono orizzonti circolari?) bensì disposto su un asintoto (certamente questo tipo di orizzonte esiste).
L’ho pensato come sfondo, come supporto (scenografia che raccoglie le luci di una sera) per un lavoro recente.
Si tratta di una superficie che si piega lungo una curva con una parte che diventa concava e l’altra convessa. In quella convessa un vecchio “racconto” si proietta come figurazione, mentre in quella concava il racconto diviene pneuma.
Visibile perciò solo con la sensazione.

(hanno strappato l’ansa dell’antico vaso perciò il centro della terra e la superficie del cielo ne rivendicano il possesso).

Anche se il racconto finisce con l’incantesimo che nasconde ancora il volto dell’eroe, esso ci offre tuttavia la mappa per ritrovare l’ansa del vaso.

(ho premura di una distanza che ha come cadenza uno sguardo senza attese).

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